lunedì 1 giugno 2015

Recensione del film "Kingsman"

- ODDIO… OMMIODDIO… Kingsman
- Cara, ti prego. Contegno.
- Mi avevano parlato bene di te, ma non pensavo così bene!
- Davvero, mi lusinghi. Non sono poi un film così eccelso...
- Forse no. Ma mi sono divertita da morire…
- Oh, era in effetti il mio obiettivo. Credo infatti che anche il mio regista, il Signor Vaughn, si sia alquanto divertito. Del resto, con me ha probabilmente potuto fare tutto quello che con i vari “X-Men” non gli hanno permesso. "F*cking this, f*cking that" e tutta questa specie di cose...
- Ti dirò, i titoli di testa mi hanno fatto un po’ storcere il naso. Sorvolando sulla spudorata citazione di Pulp Fiction della scena iniziale, l’effetto delle parole che salta fuori dai detriti delle esplosioni mi è sembrato un po’ cheap.
Poi, però… L’entrata in scena di Jack Davenport, il whisky che passa di mano, Samuel L. Jackson con la zeppola. Come dire, è difficile resistere…




- Humour, mia cara. Humour.
- Ma non solo, dolcezza. Tutto di te, dalla colonna sonora ai costumi, comunica arguzia, stile e sprezzo per il politically correct.
- Oh, non mi prendo troppo sul serio. Eppure ti ho permesso di trascorrere un paio d’ore piuttosto piacevoli. Mi affido completamente ai clichè, dalla trama alle soluzioni narrative, ma il tutto è tenuto in perfetto equilibrio tra le parti: sposta una virgola e divento una porcheria.
Eccetto, forse, nell’ultima scena, in cui scivolo leggermente nel banale…
- Quando tutto il resto scorre come l’olio, dolcezza, un accenno di banalità si può accordare. Regia e fotografia funzionano alla grande, le scene d’azione si bilanciano alla perfezione tra violenza gratuita e umorismo, tirando dentro ampie concessioni al “fracassonismo”.
In sostanza, tesoro mio, dici tutte cose che sono già state dette, ma le dici in modo intelligente.
- Devo dire che buona parte del merito va agli attori. Il protagonista, Taron Egerton, è un giovane gallese di cui sentiremo ancora parlare. Anche se il berretto che porta per metà del film non si può proprio vedere...





- Essì, sarà nel gangster movie “Legend” e sarà protagonista in “Eddie the Eagle”. Sicuramente, il ragazzo ha del talento, anche solo per il fatto di tenere testa a mostri sacri come Colin Firth e Samuel L. Jackson.
- Oh, Samuel è una sicurezza… Chi l’avrebbe mai detto che poteva funzionare nei panni del miliardario hipster che non sopporta la vista la violenza?
- Comunque, la sorpresa più grande rimane Colin Firth. Ne parlano anche Chiara Guida e Pierpaolo Festa. Mai e poi mai avrei detto che poteva funzionare in un film d’azione. Invece spacca i culi a destra e a manca senza perdere per un istante il suo aplomb british. E senza spiegazzarsi nemmeno il vestito.
- Cara, che posso dire… Colin Firth che fa a pezzi una chiesa intera piena di bigotti razzisti, abbandonandosi al massacro sulle note di Freebird. È qualcosa che al cinema mancava.






- È una scena che da sola vale il prezzo del biglietto, tesoro mio. Ma dimmi: corre voce che sia in preparazione un sequel... Che sia davvero una buona idea?
- Non mi sottraggo alle leggi di Hollywood, mia cara. Oggi, se una vacca produce latte, la si munge fino a che non muore di stenti.
- Ma non sarebbe meglio... che so... cercare un'altra vacca?
- Probabilmente sì. Invece si farà un sequel, che con tutta probabilità non sarà diretto dallo stesso regista e non sarà al mio livello, ma permetterà alla 20th Century Fox di fare un po' di soldi.
Ed ora, prima di guastare definitivamente il mio buon umore post-climax, saresti così cortese da prepararmi un tè?
- Non è meglio un dito di whisky, tesoro?
- Oh, credo che riuscirai a convincermi...

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